8 Febbraio 2018
- Animazione Vocazionale, Cammino di Santiago, Papa Francesco, Vita Apostolina

 

 

L’anno appena iniziato sarà di sicuro un tempo “favorevole” per la Chiesa tutta, grazie in particolare al prossimo Sinodo che avrà come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Un anno in cammino, come ha detto papa Francesco in più occasioni: “Assicuratevi di scegliere la strada giusta. – ha detto ai giovani – Cosa vuol dire? Vuol dire saper viaggiare nella vita, non girovagare senza meta. Io vi faccio una domanda: voi viaggiate o girovagate? La nostra vita non è senza direzione, ha uno scopo, uno scopo datoci da Dio. Egli ci guida, orientandoci con la sua grazia. È come se avesse posizionato dentro di noi un software, che ci aiuta a discernere il suo programma divino e a rispondergli nella libertà. Ma, come ogni software, anch’esso necessita di essere costantemente aggiornato. Tenete aggiornato il vostro programma, prestando ascolto al Signore e accettando la sfida di fare la sua volontà”. E come possiamo noi non sentire, da educatori, l’urgenza di accompagnare, custodire e in qualche modo orientare questo “viaggio giovanile”? Come possiamo rispondere, da adulti, alle domande dei giovani che (riprendendo una frase tanto cara a padre Pino Puglisi, e non solo) sembrano chiederci: “Sì, ma verso dove?”.

In una preghiera per tutte le vocazioni, scritta dal beato Giacomo Alberione, si legge: genitori, sacerdoti, educatori aprano la via con gli aiuti materiali e spirituali ai chiamati. (Offertorio Vocazionale, Suore Apostoline).

Ecco il nostro compito: “aprire la strada”, perché poi ciascuno possa percorrerla con i propri tempi, col proprio passo, seguendo la propria e originale chiamata! Aprire la strada anche nel deserto delle fatiche, incomprensioni, solitudini, povertà (materiali e soprattutto povertà di senso), nel deserto di un mondo sempre più individualista. Si può sperare e insegnare a farlo; sognare e condividere sogni; amare e non scoraggiarsi; prendersi cura e lasciare che il cuore si dilati. Aprire la via perché il Signore Gesù passi e venga riconosciuto il centro, il perno sul quale far girare tutta una vita, il compagno di viaggio necessario perché si seguano quei “desideri” che animano i piccoli (non solo di età!), quei valori per i quali vale la pena vivere, quei criteri di scelta che creano comunità e comunione.

E come possiamo aprire questa via? Con la presenza paziente, la testimonianza credibile, alcuni aiuti più concreti qualora ce ne sia bisogno. Prendersi a cuore la crescita di un ragazzo, umana e spirituale, accompagnandolo nel suo percorso di vita, nel suo viaggio, spendendo tempo per ascoltarlo, consigliarlo, indirizzarlo. Pregando per lui. Perché abbia la libertà e la semplicità interiore per ascoltare il Dio che chiama e poter rispondere generosamente alla sua vocazione.

Qualunque scelta compirà, l’esperienza che avrà fatto di qualcuno che ha speso (e qualche volta perso) tempo – ne perde tanto Dio con noi! – energie, soldi per lui, gli parlerà dell’amore di Dio e, come fosse la cosa più naturale, gli farà desiderare di fare altrettanto. Perché “lavorare per una vocazione vuol dire lavorare per tutte le persone alle quali farà del bene quella determinata vocazione che abbiamo aiutato. Il bene allora si allarga…” (b. G. Alberione).

Qualunque sia la vostra vocazione, aggiunge il Papa, vi esorto: siate coraggiosi, siate generosi e, soprattutto, siate gioiosi! E non lo dice forse anche a noi educatori!?

 

sr Carlotta Ciarrapica, Suore Apostoline