Chiara nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Nel settembre 2008 sposa Enrico Petrillo.
Con lui ha 3 bambini: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, morti poco dopo la nascita;
e Francesco che attualmente ha quasi 8 anni.
Durante la gravidanza di Francesco le viene diagnosticato un tumore molto aggressivo.
Lei decide di mettere al primo posto la vita del suo bambino e attende la sua nascita,
per sottoporsi a cure più forti e mirate.
Ma il male va avanti. Inesorabile. Chiara muore a 28 anni.
Una vita normale. Segnata da un Amore grande per la vita.
Il 21 settembre 2018 si è aperto il processo di Beatificazione.

Di lei ci parla suo papà, Roberto Corbella…

Descrivere la storia di Chiara è molto semplice, ma complicato nello stesso tempo. Chiara è sempre stata una ragazza solare, sorridente, curiosa di quello che la circondava, desiderosa di partecipare a tutte le cose, e molto positiva!

Abitavamo in una casa con un giardino. Qui, Chiara e la sorella Elisa, accoglievano e curavano i piccoli animali che passavano in zona… perfino insetti! Molti di questi erano già sofferenti… Il nostro giardino, allora, diventava anche un luogo di sepoltura. Questo le ha abituate subito a comprendere che la vita inizia con la nascita e poi – prima o dopo, non si sa – finisce…
Credo che questo abbia influito anche su tutte le scelte successive di Chiara.

Completata la triennale di Scienze Politiche con indirizzo “cooperazione e sviluppo”, Chiara ed Enrico comunicano a me e a mia moglie: «Abbiamo deciso di sposarci!». Avevano organizzato tutto! Il 21 di settembre ad Assisi, nella chiesa di San Pietro; sapevano anche dove fare il pranzo di nozze… Tutto! Dalla Marcia fino alle nozze è stato un cammino in discesa, senza ostacoli…

 

…Chiara, da un po’ di tempo, aveva un’afta sulla lingua che non le passava. Iniziano i controlli periodici. Si scopre che è un carcinoma molto aggressivo. Atipico, perché non colpisce giovani donne, ma anziani, fumatori e bevitori… C’è un primo intervento chirurgico che non risolve la situazione. Servono cure più forti. Ma lei è incinta. Il rischio di perdere il bambino era troppo grande. Alla fine decide: «La salute di mio figlio e la sua nascita viene prima. Dopodiché faccio tutte le cure che devo fare». Alla trentottesima settimana nasce Francesco in perfette condizioni! Viene subito operata e inizia i cicli di chemio e radioterapia…
Quando sembra che il peggio sia passato, ecco una nuova ricaduta. Chiara ha metastasi ovunque. È una “malata terminale”. Ci ha comunicato tutto ed era molto preoccupata per noi. E poi ha espresso il desiderio di ritornare a Medjugorje: «Voglio ritornare per chiedere la grazia, se possibile, di guarire o comunque chiedere la grazia di “vivere la grazia”, di accettare questa situazione». Circa 200 persone, in particolare giovani famiglie, si unirono al pellegrinaggio. Era aprile, la settimana dopo Pasqua e pioveva tantissimo.
Al ritorno a casa ha continuato le terapie che doveva fare. Il paradosso è che questo periodo lo ricordiamo tutti come un periodo molto bello. Ci siamo riuniti come famiglia. C’era sempre un via vai di amici, ma tutto in un’atmosfera assolutamente tranquilla, anche di preghiera. Chiara, poi, si prendeva cura e sosteneva anche alcune ragazze che vivevano condizioni simili alla sua. Le chiamava e mandava loro messaggi.
Una volta mandò me e fra’  Vito – il suo padre spirituale – a stampare una maglietta per una di loro, con la scritta: A da passà a’ nottata. Così è stato fino alla fine. Una continua attesa dell’aurora. Negli ultimi momenti è riuscita a fare quello che si era ripromessa, dire a ognuno di noi, personalmente, 3 semplici parole: “Ti voglio bene!”.

(per il testo integrale… SE VUOI 1/2019)

Segue l’augurio di Roberto, il papà di Chiara, ai giovani