Cast tecnico

Titolo originale: Babylon Sisters
Regia: Gigi Roccati
Sceneggiatura: Gigi Roccati, Giulia Steigerwalt e Andrea Iannetta
Fotografia: Michele Paradisi
Montaggio: Giuseppe Leonetti e Annalisa Forgione
Musiche: Peppe Voltarelli
Durata: 85’
Genere: Drammatico – commedia etnica
Nazione: Italia
Produzione: Italia e Croazia – Gino e Sara Pennacchi TICO
Film Company in co-produzione con Daniel Pek Antitalent, Croazia
Distribuzione per l’Italia: Lo Scrittoio
Anno di uscita in Italia: 2017

Cast artistico 

Kamla: Amber Dutta
Shanti: Nav Ghotra
Il professor Leone: Renato Carpentieri
Ashok Kumar: Rahul Dutra
Marinka: Nives Ivankovic
Laura: Lucia Mascino
Lule: Yasemin Sannino
Besim: Peppe Voltarelli
Il signor Fong: Wen Yimin
Bocciolo di Rosa: Xia Yinghong
Zacchigna Jr.: Lorenzo Acquaviva

 

Sguardo di insieme

La dodicenne Kamla (Amber Dutta) si è da poco trasferita con i genitori da Milano a Trieste, perché il padre è in cerca di un’occupazione fissa. La famigliola si àncora a una fatiscente e maleodorante palazzina di un quartiere popolare triestino collocato in periferia. La palazzina, paragonata a “un calzino bucato”, è abitata da quattro altre famiglie di immigrati di etnie diverse, tutte in condizioni di precarietà. La notizia dell’ingiunzione di sfratto, che colpisce i coinquilini come un pugnale al cuore, li vede decisi a rispondere con rabbia alle minacce del padrone e altrettanto decisi a incontrarsi per discutere del destino delle proprie famiglie. Lo sconforto è generale, ma la piccola assemblea di donne si rincuora quando la mamma della preadolescente Kamla mostra di sapersi muovere e piroettare come una vera star di Bollywood candidandosi così, agli occhi di Bocciolo di Rosa, di Marinka e di Lule, come un’esperta quanto inaspettata maestra di danza. Così, mentre il piccolo plotone di donne inizia una vera e propria scuola di ballo, dall’aria esotica, nel quartiere popolare di Ponziana, anche grazie a Laura (Lucia Mascino), operatrice della vicina Casa delle culture, la giovane Kamla fa amicizia con l’unico inquilino italiano del fatiscente palazzo, lo scorbutico professor Leone, interpretato da Renato Carpentieri. Questi, poco a poco, e grazie alla curiosità di Kamla nei confronti della letteratura italiana, cambia atteggiamento passando dall’odio alla tolleranza per arrivare a rivelarsi gentile e desideroso di trasmettere alla ragazzina il suo immenso amore per la poesia. I multietnici coinquilini, chiamati da lui precedentemente “negri”, sono ora suoi interlocutori e quando nel quartiere si parla delle Babylon Sisters, nel palazzo regna già armonia e aiuto reciproco.

La forza della multiculturalità e dell’integrazione

Il film si ispira al romanzo Amiche per la pelle di Laila Wadia e porta alla ribalta il sofferto tema dell’immigrazione nel suo risvolto più delicato chiamato “integrazione”. Il racconto della durezza di una vita al limite della sopravvivenza, dove un padrone di casa fuorilegge minaccia di sfratto famiglie di immigrati, viene narrato dal regista al suo primo lungometraggio di finzione con la giusta leggerezza e poeticità. Nella vicenda, le donne si alleano, e sulle note della musica, frammiste al loro pianto, reagiscono al destino creando una innovativa scuola di danza. La complicità femminile, la creatività, la capacità di trovare soluzioni a situazioni difficili sono il tema dominante del film. Un sottotema importante è il razzismo del quale è portatore il padrone di casa fuorilegge. Il film mostra come sia facile raccogliere sotto un epiteto dispregiativo molte etnie. Sotto il termine“negri” vengono raccolti figli, padri e madri di varie razze. Quanto è triste constatare che una parola, breve quanto un respiro, può ferire come un dardo centinaia, migliaia o milioni di persone. Essere razzisti è una colpa fatta anche solo di non-accoglienza. Anche da parte nostra.
L’incontro-scontro di culture diverse diventa un elemento di forza grazie alle donne. Sono loro la forza catalizzatrice del film. Un altro messaggio forte di Babylon Sisters è racchiuso nell’importanza dell’educazione e della cultura per superare le divisioni. In altre parole, è indispensabile L’INTEGRAZIONE  attraverso la conoscenza della cultura del paese ospitante. Ecco che nel film, il professor Leone lascia in dono a Kamla tutti i suoi libri. È vero. La “cultura” intesa in senso alto ci aiuterà nell’impegno per l’integrazione.
I protagonisti del film non sono attori consumati, e portano, per questo motivo, tutta la loro carica di verità. Sono al crocevia tra la cultura di origine e la cultura di adozione, caratterizzati nella loro evoluzione perché cambiano e imparano qualcosa gli uni dagli altri. Non possiamo, nel mondo multietnico e multiculturale nel quale, da oggi in poi, vivremo, esimerci dal dovere-valore dell’accoglienza. Nel film di Roccati questo valore viaggia sulle note della musica e sui passi di danza. Difatti, la musica è simbolo di condivisione, è un elemento che unisce e che supera i confini e la diversità.
Trasformare la disperazione in allegria non è semplice. Al di qua e al di là del finale gioioso, il film insegna che la lotta porta alla vittoria se ci si unisce, se ci si capisce di più, se si dialoga nonostante le differenze.

di Caterina Cangià, SE VUOI 6/2017