Il “Caritas Baby Hospital” di Betlemme
Divenire grembo-spazio di misericordia

di LUCIA CORRADIN
Suora francescana elisabettina di Padova
lucesister@gmail.com – www.aiutobambinibetlemme.it

 

Era la vigilia di Natale dell’anno 1952. Mentre le campane della vicina basilica della Natività suonavano a distesa, davanti a una tenda di profughi, un palestinese si accingeva a dare sepoltura al suo bambino morto di fame, di freddo e di stenti.
Come era possibile che proprio a Betlemme dove Gesù era nato, un bambino dovesse morire di fame e di freddo?
Profondamente scosso da questo avvenimento p. Schnydrig gridò: «Non si può fare nulla qui?». “No”, rispose il medico che l’accompagnava, a meno che questi bambini non vengano nutriti e assistiti per qualche settimana.
Senza troppo calcolare le difficoltà che accompagnano certe decisioni, il sacerdote affittò subito due stanze, le allestì con 14 lettini e pieno di speranza chiamò quel luogo “Caritas Ba-by Hospital”.
Quell’incontro lo tocca così profondamente da intuirci un sogno di Dio: la realizzazione di una struttura sanitaria per bambini palestinesi.
Con determinazione e fiducia nella Provvidenza divina comincia a spargere la notizia in tutta la Germania e in Svizzera. E nasce l’Associazione svizzera-tedesca, Kinderhilfe Bethlehem, in italiano: “Aiuto ai Bambini di Betlemme” che realizzerà questo sogno nel 1978.
La struttura oggi dispone di 76 posti letto, accoglie bambini dall’età dei prematuri fino ai 14 anni, senza nessuna distinzione di religione, di razza e credo politico. Vive per l’80% delle donazioni di tanta gente svizzera, tedesca, italiana, austriaca. Le malattie dei bambini ricoverati sono quelle comuni come gastroenterite, diarrea, infezioni varie, come quelle croniche, le malattie dismetaboliche, respiratorie, cardiache,  congenite, che necessitano di ricoveri frequenti e controlli assidui.
La mancanza di riscaldamento, di adeguate condizioni igienico-sanitarie, d’acqua, come anche la ristrettezza delle abitazioni per famiglie numerose, tutti questi problemi ambientali contribuiscono a mettere in pericolo la salute dei bambini. Inoltre, dal  2004, si è visto un considerevole incremento di bambini affetti da malattie congenite dovute all’aumento dei matrimoni tra consanguinei, all’acuirsi dello stress, e all’instabilità politica, economica e sociale. 

Il nostro motto è: «Noi siamo qui per i bambini e le mamme». 
Noi Suore francescane elisabettine di Padova operiamo in questa struttura dal 1975, volute dallo stesso fondatore che ci aveva conosciute in Egitto e da allora permane una “goccia” elisabettina.
Innanzitutto proviamo un senso di profonda gratitudine nell’essere a Betlemme e nell’avere la grazia speciale di servire i piccoli e gli indifesi – come appunto i bambini malati e le mamme -, proprio QUI dove Dio si è fatto bambino indifeso, bisognoso di cure e di affetto. Al di là dei ruoli che occupiamo, la nostra prima missione è quella di vivere in una fraternità la compassione di Dio, e a nostra volta generare questa novità di vita, divenendo per quanti incontriamo e serviamo grembo-spazio di misericordia.
Noi suore, ci riconosciamo amate per grazia, toccate dalla misericordia e inviate a rendere visibile, in maniera personale, questa misericordia di Dio ricevuta.
Siamo chiamate a vedere in ogni persona la reale epifania del Dio vivente, e a incarnare lo stile di Dio, obbediente, povero e ospitale verso tutti. 

Stando con i bimbi si fa esperienza continua e sempre unica del partorire in terra, nel dar loro il “latte nutriente”, di affetto, di dolcezze, di vicinanza, di attenzione; ma anche del partorire al cielo, del lasciarli andare, dello svuotarci per consegnarli alla vera Vita… Facendo esperienza dell’unione della terra e del cielo, e del cielo con la terra, facciamo l’esperienza stessa di Dio Padre che si fa tutt’uno con l’umanità. Di un Dio che diventa uno di noi, e vive nella Sua carne ogni passione, croce, morte e fa risorgere alla vera Vita ogni morte, lutto, distacco…
Noi siamo certe che la loro sofferenza è l’invocazione più viva al Dio della pace. E un giorno la pace verrà, anche a Betlemme!

(sr. Lucia Corradin, SE VUOI 6/2018)